L’appassionata stagione del Teatro Sala Fontana

Una conferenza stampa sui species, quella di ieri a Palazzo Marino per presentare la Nuova Stagione del Teatro Sala Fontana.
Sui species, per la grande passione vocazionale al teatro – e al suo ruolo pedagogico e di conferimento di senso -, affiorato dall’afflato con cui Mauro Berti, anzitutto – Presidente della Cooperativa Elsinor – ha inaugurato l’incontro: “Osservate la gente – ha esordito, citando Ionesco -: corre indaffarata per le strade… occhi a terra come cani… l’uomo moderno, universale, è l’uomo indaffarato che non ha tempo, che è prigioniero della necessità, che non comprende come una cosa possa non essere utile” e poi via a dare lettura al lungo frammento fino a concludere: “Non comprende (la gente) neppure come, in realtà, proprio l’utile possa essere un peso inutile, opprimente”; per chiosare: “Se non si comprende l’utilità dell’inutile, l’inutilità dell’utile, non si comprende l’arte”. E, da lì, ha stigmatizzato i particolarismi che vigono anche in ambito teatrale: l’annosa tenzone fra ‘attori giovani’ e ‘attori maturi’, ad esempio – quasi che non si comprendesse che sono soltanto due evoluzioni di uno stesso percorso legati da un ideale fil rouge, che dovrebbe vederli solidali in una costruzione comune e nel passaggio di testimone, anzicché opposti, come se la freschezza e l’entusiasmo degli uni e l’esperienza degli altri non fossero due risorse da ottimizzare in una convergenza d’intenti – o – ancora- l’odioso particolarismo di un sottile e talvolta capzioso distinguo fra generi teatrali. “Battaglie di retroguardia”, così le ha definite: “che portano a risoluzioni solo contingenti e mai strategiche”, di fronte alle quali ha evocato il monito della decadenza. “La nostra società non dà valore alla Cultura, che è chiamata alla riflessione e alla ricerca di senso. […] Qual è, il compito del Teatro? Aiutare la gente a porsi di fronte agli altri ad imparare ad esprimersi […], perché, senza le giuste parole per farlo, non può che scattare la violenza”, intesa come comportamento fobico e reattivo.

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Sulla scia di queste riflessioni – di gusto politico e trasversale… -, si è poi inserito l’intervento di Rossella Lepore – Direzione Artistica -, a cui è toccato il compito di raccoglierne le suggestioni, declinandole nella pragmaticità  della Stagione 2014-2015, in cui si sono concretate. Così, riagganciandosi al pensiero di Ionesco, ha individuato, nella ‘libertà’ – libertà dai condizionamenti di efficientismo dell’uomo moderno, ma anche “libertà dal doversi sempre e comunque adeguare” -, uno dei moventi della nuova programmazione: “Trazione ed Innovazione: che fa ricerca, mentre porta avanti la tradizione”. Il riferimento è al progetto “Molière fronte/retro”, affidato all’eclettica regista Monica Conti. Appassionato pure il suo intervento a difesa degli “attori, ai nostri giorni spesso anche registi, drammaturghi e professionisti a tutto tondo, la cui professionalità, spesso implementata e portata avanti in percorsi di crescita, formazione e sperimentazione, in modo autonomo” ha denunciato essere una ‘grande occasione sprecata’ – stante l’incapacità del sistema teatro di valorizzarli, al di fuori di determinati circuiti chiusi, privilegiando i ‘nomi’, anzicché le ‘profesionalità’, fosse pure di artisti conosciuti solo da un pubblico più attento: “L’Italia è specializzata nel disperdere un patrimonio immenso…”, questo l’eloquente incipit del suo intervento. La regista si cimenterà attorno al drammaturgo francese con due progetti ben diversi: “Le intellettuali” – dal 12 al 29 marzo -, pièce poco rappresentata e che verte sul tema del potere – non è un caso, se non è incentrato attorno ad un protagonista vero e proprio, ma è proprio il ‘potere’ ed i suoi sottili orditi, che la fanno da padrone – e “Dispetto D’Amore” – a concludere la Stagione, dal 10 al 21 giugno – portato in scena da un ensemble di giovani attori legati al Progetto Cantera.

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La Direttrice Artistica ha parlato di una Stagione idealmente biparita. La prima sezione sarà dedicata alle ospitalità: – il cui merito è stato sottolineato, fra gli altri argomenti, dall’ Assessore Filippo Del Corno, attento ad evidenziare quelle dinamiche di co-working, atte a far risaltare la virtuosità del sistema teatro milanese, anche in vista della riforma dei criteri di assegnazione dei contributi ministeriali, dal 2015, nonché della necessità comunque di implementare la capacità di coinvolgere nuovi pubblici, nonostante il primato del teatro milanese per la vitalità, varietà di proposta e micro distribuzione su pressoché tutto il territorio – si aprirà con la Residenza della Babygang. All’interno di un progetto più articolato – un laboratorio teatrale, dal 12 al 19 ottobre, contro le mafie, aperto alla cittadinanza, l’ospitalità di una giornata in collaborazione con Libera e una conferenza/incontro a tema – porterà in scena “Zia Severina è in piedi”, regia di Carolina De La Calle Casanova. Si proseguirà poi “La Diva”, dal 5 al 9 novembre – con Elisabetta Pozzi ad inaugurare, di fatto, la Stagione -, “Giusto la fine del mondo” – 12-14 novembre – coregia di Simona Arrighi e Laura Croce, “Le mille e una notte” del Teatro Del Carretto – dal 20 al 30 novembre – per parlare della violenza sulle donne, in concomitanza con la giornata internazionale del 25/11, per concludersi con  “Volare” di e con Gennaro Cannavacciuolo – dall’11 al 14 dicembre -, una delle numerose produzioni Elsinor di questa stagione.
Da gennaio, invece, la ripresa coi “Pirandello files”. “L’uomo, la bestia e la virtù” 27 gennaio/8 febbraio , diretto da Monica Conti – e  “Uno, nessuno e centomila” – 14/26 aprile, con Roberto Trifirò drammaturg e regista – testimonieranno l’impegno nella tradizione pur nella ricerca ed innovazione; per poi proseguire questo tema portante dei classici – “misurandosi con la tradizione e la sua tenuta semantica, con occhi attenti ai nostri tempi, indagati attraverso autori, che solo apparentemente non hanno a che fare con l’oggi…” – in un pionieristico “Re Lear” – dal 26 febbraio al 1 marzo -, impersonato da Giusy Merli – la ‘santa’ de “La Grande Bellezza”. Completano il cartellone: “Nuda e cruda”, di e con Anna Mazzamauro – dal 12 al 15 febbraio – e “Amalia e basta”, di e con Silvia Zoffoli, vincitrice del Premio Sonia Boccaccina, che, il 5 e 6 marzo porterà in scena questo suo monologo sull’invisibile disabilità della sordità.

Accanto alla Stagione Teatrale, una serie di iniziative ed eventi collaterali: da “Fuori Tempo Massimo: gli incontri nel foyer”, una serie d’incontri col critico Renzo Francabandera, per approfondire monograficamente alcuni spettacoli/tematiche ad essi correlate, “Expo in città” – rappresentazioni, che, legate ad Expo 2015,  intratterranno il pubblico nella suggestiva cornice del chiostro bramantesco anche attraverso una sezione ‘kids’ – e la Stagione Musicale 2014/2015, impreziosita, quest’anno, dalla rassega musicale di novembre/dicembre.

Fra poco più di due settimane, dunque, si comincia: in piedi! Con ‘Zia Severina’…

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